Scacco al cittadino
Posted: October 15th, 2008 | Author: anarcosurr | Filed under: La chambre d'écoute | 3 Comments »
Brunetta attacca il
diritto di sciopero. Se le sue proposte vengono approvate, tanto
meglio, ma non credo che sia questo il suo obbiettivo. Le spara così
grosse che sa che non saranno approvate, ma tuttavia avranno comunque
l’effetto di catalizzare il dibattito: si potrà sempre parlare delle
sue assurde proposte e del diritto di sciopero in generale invece che
delle rivendicazioni dello sciopero nello specifico. Quando poi
lo sciopero si farà, sarà costato il doppio delle energie e già
saremo contenti di essere riusciti a farlo, e sarà più difficile
portare avanti la lotta.
Il punto è come mai
Brunetta si può permettere questa pericolosa pagliacciata. Le sue
proposte hanno presa perché in fondo molta gente è contro lo
sciopero, quindi non sente come un attacco alla democrazia
la sua cancellazione. E questo accade io credo perché molta gente
non ha mai partecipato ad uno sciopero, vuoi in senso stretto perché
non ne ha mai avuto bisogno, vuoi in senso lato perché non ha avuto
la cultura di capire che ogni sciopero in ogni settore riguarda tutti
i cittadini. Chi ha bisogno di scioperare e chi riconosce che ne
abbiamo bisogno tutti sono dunque una minoranza, che può essere
attaccata e vinta con gli strumenti della democrazia. Come se non
bastasse, e non basta perché per fortuna la nostra democrazia ha
ancora qualche radice nel suo passato comunista e partigiano, la
destra di Berlusconi gioca indisturbata le sue carte davanti ai volti
assenti della sinistra e dietro ai culi dei sindacati.
CRC
Caro Carlo,
A parte le castronerie di Brunetta, non la vedo così nera. E’ vero che la “gente” inveisce spesso contro chi sciopera come se fosse uno
scioperato e non uno
scioperante, però è anche vero che lo sciopero è un metodo di lotta praticato trasversalmente e comunemente da quasi tutte le categorie professionali: dagli specializzandi di Medicina agli autisti ai metalmeccanici, dalle maestre agli studenti, fino a lavoratori “privilegiati” come prof. universitari e piloti di aereo! Non proprio una piccola minoranza…
Quanto poi ai sindacati, confederali e non, non si astengono da usare sovente questo strumento e dal difenderne la liceità.
Secondo me il problema forte oggi è che alcune categorie di lavoratori non POSSONO scioperare, anche volendo, perchè subiscono il ricatto dei contratti a termine: per la stessa ragione non possono iscriversi ai sindacati (che d’altra parte non li vanno a cercare se non in minima parte), e restano in pratica senza tutele di alcun genere.
In questo campo si gioca una partita grossa, e si potrebbe fare molto con gli strumenti della democrazia parlamentare per renderli meno ricattabili e più liberi di scegliere.
Sul tema “precariato e diritto di sciopero” vi consiglio il documentario di Ascanio Celestini “Parole Sante”, sulla lotta autorganizzata dei precari del call-center Atesia di Roma. L’ho appena visto, è davvero istruttivo e ben fatto, senza essere mai pedante né noioso.
Jack
Jack
Fai bene a individuare un problema circoscritto e risolvibile all’interno del contesto istituzionale in cui ci troviamo, come quello di chi vorrebbe e non può scioperare. E’ un atteggiamento più costruttivo del mio, che invece parte da un limite, una cosa che secondo me non si può fare, e cioè avere un consenso di massa su uno sciopero prolungato.
Ora, tra l’articolo e il mio commento c’è di mezzo il neonato movimento studentesco, che aiuta a essere un po’ meno pessimisti. Per l’ennesima volta un punto fondamentale si rivela essere l’informazione: molti sono contro o sono semplicemente fuori perché non sanno o sono male informati. Ma si vede che molti sono anche sensibili in negativo a certi atteggiamenti: si diceva non occupiamo, non facciamo i duri, se no i media i professori e l’opinione pubblica saranno contro di noi. Lo stesso vale per lo sciopero. Allora, o lo si reinventa nella società mediatica, in modo da renderlo non sgradito alle masse dei non scioperanti, oppure si tiene duro e lo si pratica alla vecchia maniera, come ho visto fare in Francia in università con tre mesi di occupazione. Ma su questa strada in Italia ti seguono in pochi.
Non sono daccordo con te su questo punto, chi sciopera è comunque una minoranza, anche se è vero che è un mezzo di lotta giustamente difeso e diffuso in molte categorie di lavoro. Un po’ per scherzo ho provato a dare un po’ i numeri. Se ogni giorno scioperano 5000 persone in un anno sono circa il 30% della popolazione, ma devono essere 5000 persone diverse ogni giorno! Per arrivare ad un democratico 50% ci vuole una manifestazione di 5 milioni di persone ogni due mesi, sempre partecipata da persone diverse… In questo senso dico che a difesa dello sciopero c’è qualcosa di più della democrazia, sicuramente qualcosa di più della democrazia come la intende Berlusconi.
La battaglia di questi giorni, anche tra gli studenti, è proprio quella di fare informazione e far capire al maggior numero di persone che è il caso di muoversi e protestare.