Al Jazeera e Creative Commons

Posted: January 17th, 2009 | Author: | Filed under: La chambre d'écoute | Comments Off on Al Jazeera e Creative Commons

Apprendo da qui.
Al Jazeera ha deciso di rilasciare tutti i suoi servizi dalla striscia di Gaza
sotto licenza creative commons.
Ora, questo è importante per due ragioni:

– Primo, mentre la maggior parte delle tv piange e fa causa a chi condivide le
loro cagate epocali, questi decidono di condividere il loro lavoro. Chiaro, è
anche un’operazione di marketing, perchè il loro logo campeggia su tutti
questi video, ma è anche la testimonianza di come questa tv creda in un modo
diverso di diffondere i saperi. Molti dovrebbero prendere esempio.

– Secondo, nel momento in cui i media occidentali sono impotenti, a causa
dell’embargo, dei bombardamenti alle sedi ONU, della compiacenza bipartisan di
cui siamo infestati (Santoro docet), è un mezzo utilissimo per diffondere
informazione su ciò che realmente sta accadendo a Gaza.

Pur non avendo simpatia per le televisioni commerciali, mi sembra un’iniziativa lodevole.

Potete trovare i video su: http://cc.aljazeera.net.

g.


Omaggio a Fabrizio De Andrè

Posted: January 12th, 2009 | Author: | Filed under: La chambre d'écoute | Comments Off on Omaggio a Fabrizio De Andrè
 
Certo bisogna farne di strada
da una ginnastica d’obbedienza
fino ad un gesto molto più umano
che ti dia il senso della violenza
però bisogna farne altrettanta
per diventare così coglioni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni.
 
g.

Raid Gaza: the game

Posted: January 5th, 2009 | Author: | Filed under: La chambre d'écoute | Comments Off on Raid Gaza: the game

 

 

 

Mentre a Gaza la gente continua a morire, e c’è chi si diverte a giocare con le filastrocche natalizie, un nuovo gioco arriva in rete a scuotere gli animi:

Raid Gaza: the game

Si tratta di uno dei giochini in flash che ci hanno abituato a vivere in modo critico i momenti di svago. Sì, lo so che flash è proprietario e andrebbe evitato come la peste, ma tant’è…

Il giochino in sè non è un granchè, si impersona l’esercito israeliano che deve distruggere Gaza. Nella miglior tradizione dei giochi di strategia per le masse, bisogna costruire una base militare in cui ogni edificio ha una funzione, e poi costruire carri armati, fanti e aerei. L’obiettivo, manco a dirlo, è uccidere il maggior numero di palestinesi rispetto agli israeliani morti. I pericolosissimi palestinesi, infatti, lanciano, di tanto in tanto, razzi a caso, che potrebbero, ma anche no, colpire un unità israeliana. Gli israeliani, invece, colpiscono sempre. Se si colpisce un ospedale, si guadagnano punti bonus.

Ho fatto una partita, e sono riuscito a uccidere 15 palestinesi per ogni israeliano perso. Alla fine, però, il democraticissimo Olmert mi informa che, nel 2007, le offensive israeliane causarono 25 vittime palestinesi per ogni vittima dell’altra fazione.

Questa volta, tristemente, la finzione non è riuscita a superare la realtà.

 

g.


Polizia in università. Non cediamo alle provocazioni.

Posted: October 23rd, 2008 | Author: | Filed under: La chambre d'écoute | 2 Comments »

 

Il governo vuole spostare la protesta di questi giorni su un piano che giustifichi la repressione, spingendo il movimento a risoluzioni più violente, facilmente manipolabili dai media e che lo allontanerebbero dai docenti e dalla popolazione. E’ il solito trucco, vediamo di non cascarci. Cerchiamo di non contribuire a soffocare le nostre stesse iniziative – è già abbastanza difficile così e dovremmo cercare di resistere per molto tempo. Continuiamo le lezioni in piazza, continuiamo a fare informazione diretta, a parlare con le persone, teniamo vive la gioia e l’intelligenza che si sono viste in questi giorni. Su queste cose la polizia non ha alcun potere.


Antologia Americana 2

Posted: October 22nd, 2008 | Author: | Filed under: La chambre d'écoute | Comments Off on Antologia Americana 2

Quartiere tranquillo, casette a uno o due piani, la vicina porta fuori il cane. Qui nessuno sa guidare. A ogni incrocio, ci sono 4 stop, e i suv si fermano, e dai vetri scuri puoi scorgere lo sguardo terrorizzato di chi non sa cosa fare, e per paura si ferma e ti lascia passare, pedone, ciclista o chiunque tu sia. Mi domando cosa succede quando al posto mio c’è un altro nelle medesime condizioni di questo autista. Poco più in là ogni mattina un vecchio fa l’alzabandiera, forse in silenzio, forse recitando il saluto che ti obbligano a ripetere ogni mattina a scuola.

Ecco la casa di un piccolo politico locale, faccia pulita, sorriso smagliante, da venditore di auto usate, probabilmente qualche scheletro nell’armadio. Ma questa mattina c’è qualcosa di diverso: Il giardino è recintato da nastro giallo, di quello che la polizia  usa per delimitare le zone teatro di un’indagine. Sul prato, decine di lapidi. Mi avvicino, pensando a un gesto di dissenso, a una dimostrazione anarchica, messa lì per far sapere a me, e a chiunque passi, quanti morti ha sulla coscienza quest’uomo. Ma dalle lapidi escono scheletri, e sorridono.Halloween è tra 10 giorni.

 


Antologia americana 1

Posted: October 16th, 2008 | Author: | Filed under: La chambre d'écoute | 2 Comments »

Sera, il campus è quasi deserto. Io vado in giro rin parte iflettendo sui profondi significati dell’ultimo film di Werner Herzog e in parte immerso in una molto più prosaica ricerca di un posto che si degni di servirmi da mangiare dopo le 9 di sera (Mc Donald’s e affini a parte) e sento una voce che mi chama. Lei, tipica ragazza da college, vestitino succinto in barba al freddo, sguardo penetrante, lui, capelli al vento e skateboard. – Excuse me, can we ask you a random question? –  ok, dico io – how do you call a person who studies weather? – Meteorologist – Lui mi guarda col suo sguardo spento (congenito o a causa del fumo – non mi è dato saperlo) – Ah ah i thought a meteorologist studied the meteros… – e se ne vanno.

Quello che vedete nei film dei college americani è tutto vero.