Ramen 3

Posted: October 29th, 2010 | Author: | Filed under: La chambre d'écoute | Comments Off on Ramen 3


Antipsichiatria, un brevissimo percorso a ritroso…

Siti di Radio Fragola di Trieste e Radio la Colifata di Buenos Aires.

Alcuni articoli dall’archivio del sito del dipartimento di salute mentale di Trieste: Che cos’è la psichiatria, L’uomo e la cosa, Deistituzionalizzazione, un’altra via, L’istituzione inventata, Dal manicomio al lager di sterminio.

Franco Basaglia: Conferenze brasiliane.

Ronald David Laing: Sanity, Madness and the Family.

Erving Goffman: Asylums (presa dai ristretti).

Michel Foucault: Madness and civilization.

Carlo


Ramen 2

Posted: October 15th, 2010 | Author: | Filed under: La chambre d'écoute | Comments Off on Ramen 2

Gli OGM non sono l’unico frutto dell’ingegneria genetica. Ancora più pericolosa è la sua adozione a paradigma scientifico e ideologico e come modello economico della ricerca. Questo articolo di Paolo Sommaggio fa un buon punto sulla sua storia e sulle sue magnifiche sorti e progressive: Umano post umano: I rischi di un uso ideologico della genetica.

Per cominciare un discorso più ampio su scienza, tecnologia e potere.

Per finire, giusto per nominare il movimento più attivo in questo ambito in Italia, quello no tav: una riflessione da un altro blog, No Tav e decrescita.

Carlo

Ancora più pericolosa è la sua adozione a paradigma economico, scientifico e ideologico.dovuto

Ramen 1

Posted: October 8th, 2010 | Author: | Filed under: La chambre d'écoute | Comments Off on Ramen 1

Legge Levi sul prezzo dei libri: buona regola o cristallizzazione di privilegi? Questione già segnalata da Jack, che si trova in prima linea… Due articoli di segno opposto dal manifesto del 5 e del 10 ottobre: Quella buona regola per limitare i monopoli e L’ultima frontiera dell’omologazione.

Teal and orange, come l’abuso del digital intermediary impoverisce le immagini e l’immaginazione. Dal blog di Todd Miro.

The Mantle, sito di critica sociale e dei testi. Aperto a contributi, articoli e recensioni.

Copie conforme, l’ultimo film di Abbas Kiarostami, contro lo sgretolamento delle relazioni umane in una miriade di informazioni esatte, tutta l’ambiguità e l’evocazione di cui abbiamo bisogno…

Zizekiana! Un po’ di cose sul lacaniano leninista più simpatico di tutti:  link per il download del documentario  The pervert’s guide to cinema, articoli: Welcome to the desert of the real, A plea for Leninist intolerance, Hitchcock, Psychoanalysis and the Post-political, The Ongoing Soft Revolution, The Violence of Liberal Democracy, altro ancora su Lacan.com e dal database JSTOR a richiesta.

Per finire, Blu. Muri che fanno crollare quello che hanno intorno…

Carlo

http://anarcosurrealisti.noblogs.org/files/20Welcome-to-the-desert-of-the-real.pdf

Lotta Compromesso Repressione

Posted: January 25th, 2010 | Author: | Filed under: La chambre d'écoute | 2 Comments »

La lotta è vinta dai compromessi che la snaturano. Ciò che i compromessi possono avere di buono viene annullato dalla repressione, a cui sopravvive soltanto il peggio, se qualcosa sopravvive. E solo la lotta può opporsi alla repressione.

Possiamo giocare tutte le volte che vogliamo, ma finché le regole sono queste non riusciremo a cambiare niente.

Se non cambiamo prima di tutto il nostro modo di concepire la realtà, non la cambieremo mai.

Allora, diamo per scontato che c’è qualcosa che non abbiamo capito. Che noi stessi nei confronti della lotta ci comportiamo in un modo che non comprendiamo fino in fondo.

Chiedersi come fare la lotta è anche chiedersi che cosa è la lotta. Come ne parliamo, come ne sogniamo, come la facciamo (o non la facciamo)?

Pensiero, linguaggio e azione sono connessi e, spesso senza che ce ne rendiamo conto, sono condizionati dalle stesse strutture. Ma quali? Come si manifestano nel linguaggio? Come influenzano l’attività dei gruppi? Come definiscono l’idea stessa di gruppi, di iniziative, di attivismo e i loro campi e possibilità di azione? E, alla fine, come possono essere cambiate e in che direzione?

Carlo


Feed Me, Master

Posted: January 24th, 2010 | Author: | Filed under: L'empire des lumières | 2 Comments »

 

 

 

L’università non dovrebbe nutrire le menti?

Quando l’ho vista non ci
credevo. Ma in fondo non vedo cosa ci sia da stupirsi. L’americano
medio è felice e plaudente di fronte a qualsiasi società faccia
soldi, poichè questo incarna lo spirito americano..Ed ecco che per fare
breccia nel cuore dei giovani un colosso dell’informatica,
incarnazione dell’America, ma meno cool di altre aziende di grido,
prima tra tutte Apple, cavalca un tormentone tra gli studenti, i
free burritos, per farne un cavallo di battaglia. Che, a ben
vedere, suona anche di
cattivo gusto in un paese che pullula di
obesi e che dovrebbe avere il miglioramento delle diete dei suoi
cittadini come uno dei massimi obiettivi.

Grazie padrone, per il cibo che mi dai.

g.


Servo arbitrio

Posted: February 16th, 2009 | Author: | Filed under: La Sortie de l'école | Comments Off on Servo arbitrio

Appunti da Herbert Marcuse, L’autorità e la famiglia, Einaudi, Torino 1960.

Dal 1930 lInstitut für Sozialforschung con Horkheimer, Marcuse e Fromm attraverso gli Studien über Autorität und Familie favorisce una apertura agli studi sulla psicologia individuale della critica sociale d’impostazione marxista .

Partendo dal presupposto che “coesione e sopravvivenza degli ordinamenti sociali non sono spiegabili con puri fattori economici né con l’opera della violenza” l’Institut si proponeva di indagare il rapporto dialettico “che connette il reale dominio di classe con la sua interiorizzazione nella psiche individuale e collettiva e con la sua legittimazione in forma di ideologia politica, filosofica o religiosa”.

Il contributo di Marcuse agli Studien si concentra sull’analisi del rapporto autoritario, e dunque dei concetti di libertà e di illibertà all’interno della filosofia borghese.

Alcuni elementi che sono entrati a far parte in modo stabile del concetto borghese di libertà vengono fatti risalire da Marcuse al pensiero di Lutero. Scondo il pensiero di Lutero, nella società borghese la libertà è assegnata alla sfera interna della persona, all’uomo interiore, mentre l’uomo esteriore, l’uomo come soggetto sociale, è assoggettato al sistema delle autorità mondane.

Ma la libertà che Lutero riconosce agli uomini è tanto assoluta da non poter produrre “nessuna azione e nessuna opera quale sua libera attuazione e realizzazione”. L’individuo viene così esautorato dalla prassi sociale, viene esonerato dalla  “responsabilità per la propria prassi in una misura fino allora ignota”.

Questa forzata separazione tra sfera pubblica e privata dell’individuo proposta da Lutero, mentre sembra rivendicare un baluardo inalienabile di libertà, incondizionata dalla realtà sociale, in realtà viene usata per giustificare l’illibertà e l’ineguaglianza reali. La non necessità di confrontare la libertà interna con la realtà sociale è infatti usata per dimostrare che l’individuo non ha potere e non ha diritto a giudicare l’autorità esterna: “l’ordine esteriore è commisurato interamente ai criteri a cui sono soggetti la prassi e le opere, staccate dalla persona”, il diritto è immanente alla sfera delle autorità mondane e non può essere giudicato dai singoli individui.

Dunque, riconoscere la libertà dell’uomo come un a priori interno, come un valore assolutamente indipendente dalla realtà sociale, preclude ogni possibilità di influire sulla società in modo da renderla effettivamente più libera: al contrario, “se l’illibertà esterna può compromettere l’essere autentico dell’uomo, se della libertà o illibertà dell’uomo si decide nella prassi sociale e non in astratto, allora l’uomo è libero da Dio e può diventare libero per se stesso nel significato più pericoloso del termine”.

Per Lutero dunque, come poi per Calvino, “la libertà cristiana non solo non presuppone il libero arbitrio, ma lo esclude”.

Un’altra questione sollevata da Marcuse, e relativa alla riproduzione delle strutture di potere, è quella della famiglia.

Per Lutero l’inevitabile sottomissione degli individui ad una autorità sociale deve essere preparata attraverso l’onore tributato dai bambini alla madre e, soprattutto, al padre: “il comandamento impone di onorare i genitori affinché la caparbietà dei bambini sia piegata, ed essi diventino umili e miti”.

Calvino individua invece nell’educazione in seno alla famiglia una funzione
psicologica più sottile. Poiché l’animo e la mente umane mal sopportano la sottomissione, essi sono abituati dolcemente a sottomettersi attraverso l’accettazione dell’autorità dei genitori, alla cui tutela tutti i bambini sono sottoposti e che “per natura è più delle altre oggetto di amore, e meno di ostilità”. “Ben
di rado”, commenta Marcuse, “la funzione sociale della famiglia nel sistema delle autorità borghesi è stata formulata in modo più chiaro”.

A partire dalla famiglia dunque, la scuola di Francoforte propone di negare questa divisione tra sfera privata e sfera sociale dell’individuo, aprendo la strada a una serie di studi sulla reciproca influenza dell’autorità esterna e internalizzata. Purtroppo, una direzione di studi che spesso si è richiusa su posizioni riduttive (la realtà esterna condiziona quella interna, punto), mentre la divisione fra le due sfere rimane ancora alla base di numerosi costrutti ideologici, più o meno fascisti o riformatori.


Carlo